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L’Italia di serie B

 

Il vecchio burattinaio divorato dalle sue creature, cresciute nella subcultura del mondo virtuale.

Forse il 17 manterrà le promesse di sventura per uno e sarà per altri numero magico. Tanti sono gli anni della minorenne e tanti ne sono passati dall’inizio dell’era B. Le premesse del disastro risalgono al decennio precedente. Mentre nel mondo occidentale si affermavano le politiche neoliberiste da noi un disinvolto socialismo virato a destra regalava a un solo soggetto il monopolio del sistema televisivo privato.

Dove finiscono i regali della politica si comprano le sentenze (Previti condannato) e il megafono si ingrandisce con la carta stampata.

La forzatura della legge piegata all’interesse del singolo segna l’inizio del lento smottamento. Non solo il baratto economico, favori in cambio di denaro, antico vizio nazionale. Un nuovo tipo di virus a incubazione lenta attacca il paese, concessioni in cambio di controllo e manipolazione dell’opinione pubblica. E’ un concime che prepara il terreno, un tumore che cresce autoalimentandosi, lo smottamento diventa frana. Alcuni (Marcuse, McLhuan) vedono più lontano degli altri, Pasolini disse che la televisione è un mezzo antidemocratico.

Il burrattinaio qui è anche padrone del teatro, crea un mondo artificiale.

Il Trumam show per chi ci cresce insieme diventa realtà. Non importa chi sei e che fai, solo esserci dentro. La magia bianca di Begnigni con l’amore trasformava un lager in un gioco. La magia nera cambia la vita in sogno fasullo. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi. Arroganti guidatori di suv, gente con il cell. on e il cervello off, genitori orogliosi del figlio prepotente, ha carattere sarà un leader, madri che spingono le figlie a insultarsi nei reality o direttamente tra le fauci del drago.

Poi appare una ragazza immigrata (potenza della globalizzazione) vive di espedienti è ambiziosa. Vuole sfondare, sa che la sua arma è il corpo.

Dice a un’amica, hai visto Noemi, ci arriverò anch’io. Ruby arrestata per furto, il nome vale la storia la realtà torna a essere più forte della finzione.

Tra i due un’affintà naturale (non diciamo elettiva) bugie e spregiudicatezza.

E’ lei la più forte, è giovane ha tutto da guadagnare, lui tutto da perdere.

Un passo falso, la telefonata in questura ed è l’inizio della fine. Il ganster Al Capone fu preso per reati fiscali, per il nostro miliardario ci vuole la buoncostume. La sconfitta non viene dai meccanismi della legalità democratica (che non è stata in grado di fermarlo e su questo la politica dovrebbe riflettere). Viene dal mondo dell’illegalità che è il suo.

Come in una brutta fiaba il protagonista è divorato dalle sue creature.

Prima Papi poi Bunga-bunga girls. Branco di povere ragazze, vittime e carnefici, comparse di una tragicommedia senza trama, cucinata con gli ingredienti di un film di serie B, sesso e denaro.

Il declino dell’uomo è segnato dal calante livello dei suoi difensori, avvocati, parlamentari, giornalisti, veline, escort. Purtroppo la fine di B. non sarà la fine dell’Italia di serie B. Per quello ci vorrà più tempo.

Neri Fadigati

Novembre 2010

 

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